FOCUS SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI

Il 2 settembre 2016 è entrato in vigore il Decreto Legislativo 1 agosto n. 159, recepimento della Direttiva 2013/35/UE sulla protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall’esposizione a campi elettromagnetici. Il decreto aggiorna completamente il capo VIII del testo Unico sulla Sicurezza.

Siamo da sempre immersi in un campo magnetico, quello terrestre, se così non fosse non sarebbe neanche possibile la vita, ma mai come in questi ultimi anni l’argomento è diventato di interesse da parte dei cittadini. Il progresso tecnologico e la pressante richiesta di connessione veloce e potente ha portato negli ultimi 20 anni alla diffusione di tecnologia che sfrutta i campi elettromagnetici per creare scambio dati. Occorre precisare che la generazione di un campo elettromagnetico non è esclusiva prerogativa degli impianti di amplificazione e diffusione dei segnali ma qualsiasi apparecchio elettrico collegato alla normale rete domestica genera un campo. Si tratta, infatti, di una trasmissione di energia elettromagnetica che ha origine da una sorgente in cui il campo elettrico e magnetico hanno una variazione spazio temporale. Accanto al progresso tecnologico, di pari passo, si muove la ricerca che ha approfondito e continua a farlo, gli effetti che le onde elettromagnetiche hanno sulla nostra salute. Ad oggi sono noti soltanto gli effetti a breve termine, ossia ciò che avviene a livello biologico e sanitario quando si viene esposti ad un campo elettromagnetico i cui effetti dipendono da frequenza e intensità. Il campo magnetico ed elettrico agiscono sulle cariche elettriche presenti nei tessuti biologici.

Si distinguono pertanto:

  • Effetto biologico definito come variazione transitoria della funzionalità del materiale biologico, non è dunque legato al concetto di “danno.
  • Effetto sanitario: effetti, anche negativi, sulla salute, nel caso in cui l’effetto biologico superi le capacità dell’organismo di mettere in atto meccanismi biologici di adattamento e di riparazione del danno stesso

Non sono conosciuti gli effetti che un’esposizione lunga o prolungata può generare, pertanto tutte le considerazioni di partenza alla base delle leggi in materia di prevenzione e protezione sono relativi a valori di azione e livelli di limite per singola esposizione.

A livello generale in Italia, a tutela di tutta la popolazione, si fa riferimento alla Legge 22 febbraio 2001, n. 36 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” e al DPCM 8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti”

Nell’ambito della valutazione dei rischi presenti in azienda la materia è disciplinata dal decreto legislativo n. 159 del 1 agosto 2016 che modifica il capo VIII del Testo unico della Sicurezza, il Datore di Lavoro deve prestare attenzione a questo agente fisico, in primis occorre dunque focalizzare l’attenzione sulla sua azienda ponendosi la domanda:

  • esistono sorgenti di campi elettromagnetici interne/esterne alla mia azienda significative per i lavoratori?

Nel caso in cui la risposta sia affermativa occorre approfondire la valutazione partendo da un censimento delle sorgenti e prendendo in considerazione le criticità per i soggetti particolarmente sensibili (esempio portatori di pacemaker ma anche donne in stato di gravidanza).